LA DOCG
La Denominazione di Origine Controllata e Garantita è il marchio italiano che certifica l’origine geografica di un vino. Per ottenerla, i vini devono essere prodotti in una determinata area geografica: nel caso del Pignoletto, unica DOCG Emiliana, esclusivamente nei comuni di Valsamoggia, Monte San Pietro, Zola Predosa, Casalecchio di Reno, Sasso Marconi e Savignano sul Panaro. Il disciplinare di questa certificazione, più rigido rispetto a quello in vigore per la DOC, prevede anche delle caratteristiche organolettiche ben precise, le tipologie di vino, la resa per ettaro, il tipo e la durata dell’invecchiamento del vino.
Dal maggio 2010, in seguito all’attuazione della normativa europea, le classificazioni DOCG e DOC sono state entrambe comprese nella categoria comunitaria DOP.
IL BIOLOGICO
Dopo tre anni di conversione dalla “lotta integrata avanzata” a difesa della vite, i nostri vigneti hanno ottenuto nel 2022 la certificazione biologica.
A differenza dell’agricoltura convenzionale, in quella biologica si devono utilizzare soltanto sostanze che sfruttano la naturale fertilità del suolo e si ha la priorità di salvaguardare la naturale fertilità del terreno, evitando forme di inquinamento più invasive, e di rispettare la biodiversità.
Nel caso specifico della vite vengono utilizzati concimi organici o di origine naturale (come rame o zolfo) e organismi viventi in grado di sconfiggere i parassiti (come per esempio le coccinelle). Inoltre, si attua una rotazione delle colture, per favorire la fertilità del terreno, e si impiantano specie vegetali resistenti a diversi tipi di parassiti affinché le piante possano proteggersi a vicenda.
Anche le tecniche di vinificazione sono rigidamente regolamentate: è consentito utilizzare circa la metà dei coadiuvanti ammessi nella produzione convenzionale, con limitazioni sull’utilizzo di solfiti aggiunti e di anidride solforosa. Possono, invece, essere utilizzati i lieviti indigeni, ovvero quelli naturalmente presenti sulle uve.
Il vino biologico, quindi, è un prodotto “buono” per l’ambiente ma anche per i consumatori, perché contiene sostante “utili” come il resveratrolo, che protegge il sistema cardiocircolatorio. Ovviamente, questo non significa che sia un bene abusarne: amiamo il buon vino, lo produciamo responsabilmente e consigliamo di consumarlo con la stessa responsabilità.